Hitler by Ian Kershaw

Hitler by Ian Kershaw

autore:Ian Kershaw
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Giunti
pubblicato: 2016-10-11T22:00:00+00:00


7.

Incredibilmente, quell'estate drammatica che vedeva l'Europa sull'orlo della guerra Hitler la trascorse prevalentemente lontano dal suo posto di governo a Berlino. La maggior parte del tempo, quando non si trovava nella sua inaccessibile dimora di Berchtesgaden, la passò come al solito viaggiando per la Germania. Ai primi di giugno si recava nel cantiere della fabbrica Volkswagen di Fallersleben, di cui aveva posato la prima pietra circa un anno prima. Di qui passava a Vienna per la Settimana nazionale del teatro, dove assistette alla prima del Friedenstag di Richard Strauss, deliziando gli aiutanti di campo dei suoi ricordi di loggionista e ammannendo monologhi sugli splendori dell'architettura viennese. Prima di ripartire, fece una visita alla tomba della nipote, Geli Raubal. Quindi volò a Linz, dove ebbe a criticare le nuove case popolari perché mancanti di balconi, a suo modo di vedere essenziali in ogni appartamento. Di qui proseguiva in auto per Berchtesgaden via Lambach, Hafeld e Fischlham, itinerario di luoghi d'infanzia, dove aveva frequentato le prime classi scolastiche.

All'inizio di luglio si trovava nel Meclemburgo, a Rechlin, in visita d'ispezione ai nuovi prototipi aerei, tra cui l'He 176, primo aeroplano con propulsione a razzo, capace di sfiorare i mille chilometri orari. A metà mese, quindi, Hitler presenziò a Monaco alla Manifestazione dell'arte tedesca, grandioso appuntamento annuale, articolato in quattro giorni, che ebbe il suo culmine in un'immensa sfilata di carri e di stravaganti costumi di età passate a illustrare duemila anni di cultura tedesca. Meno di una settimana dopo faceva la sua consueta apparizione al Festival di Bayreuth. A Haus Wahnfried, la dipendenza messagli a disposizione dalla famiglia Wagner, Hitler riusciva a rilassarsi. Qui tornava a essere lo "zio Wolf", come veniva affettuosamente chiamato dai Wagner fin dai suoi esordi sull'agone politico. Durante la permanenza a Bayreuth, vestito di uno smoking bianco che gli dava un'aria un po' impacciata, assistette ad allestimenti di Olandese Volante, Tristano e Isotta, La Valchiria e Il crepuscolo degli dei, salutando come di consueto la folla dalla finestra del primo piano.

Ci fu anche una seconda rimpatriata (dopo quella dell'anno precedente, a Linz) con il suo amico di giovinezza August Kubizek. Parlarono dei vecchi tempi di Linz e di Vienna, quando andavano insieme ad ascoltare le opere di Wagner. Con fare vergognoso, Kubizek chiese a Hitler di firmare decine di autografi per i suoi conoscenti, richiesta gentilmente esaudita dal cancelliere. Ogni firma fu meticolosamente asciugata dall'intimidito Kubizek, tipico funzionario statale di provincia. Fecero una passeggiata fino alla tomba di Wagner, cullandosi sull'onda dei ricordi alla luce del tramonto. Quindi Hitler fece visitare all'amico Haus Wahnfried. Kubizek ricordò al suo vecchio compagno di gioventù l'episodio del Rienzi, a Linz, tanti anni prima. (Tale era stata l'esaltazione ispiratagli dalla prima opera di Wagner, basata sulla storia di un "tribuno del popolo" vissuto a Roma nel Trecento, che dopo lo spettacolo il giovane Adolf aveva trascinato nel cuore della notte l'amico in cima al Freinberg, una collina alle porte di Linz, lanciandosi in un monologo sul senso profondo di ciò che avevano visto.



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